Se poesia e scienza sono due mondi separati…
Ci troviamo in tempi in cui il mondo intero si aspetta che la scienza risolva l’emergenza epidemiologica, per cui il valore della cultura umanistica e in particolare la poesia e la voce dei poeti potrebbero apparire fuori luogo, ma è proprio così?
Nel contesto economico globale, oggi, sono le nuove tecnologie a procurare vantaggi alle economie nazionali. In tale quadro, purtroppo, il nostro Paese paga le carenze proprie di un modello di sviluppo con una bassa capacità innovativa. Il nostro resta uno dei Paesi a più elevato livello di reddito, siamo ancora il settimo produttore manifatturiero mondiale, ma gli indicatori essenziali evidenziano ritardi che pregiudicano le nostre potenzialità di crescita, occupazione e reddito.
Un notevole supporto per colmare i nostri ritardi, nella ricerca come nella digitalizzazione e in una economia a ridotte emissioni inquinanti, può provenire dalle risorse del programma Next Generation EU, altresì definito Recovery Fund. Questo piano dovrebbe essere la leva per rafforzare il nostro tessuto produttivo e le capacità della pubblica amministrazione, ha perciò un ruolo cruciale nel cambiare il contesto in cui operano le nostre imprese. Queste vanno poste in grado di rispondere efficacemente sia alle sfide del progresso tecnologico e della globalizzazione, sia a quelle che sfoceranno dalla crisi pandemica, i possibili mutamenti delle abitudini di consumo o dei modi di interazione sociale e di organizzare l’attività produttiva.
In tale quadro, un ruolo centrale, a detta degli esperti, deve rivestirlo il rafforzamento dell’istruzione. Un esiguo investimento nella conoscenza, l’insufficiente identificazione della sua importanza da parte della società e delle istituzioni rappresenta, secondo accreditata opinione, una delle ragioni del nostro progressivo declino di nazione. Tale conoscenza tuttavia va intesa in senso ampio, cioè vanno rimossi quegli steccati tra i saperi che limitano la crescita culturale delle vecchie come delle nuove generazioni. Il connotato essenziale è perciò superare una volta per tutte la barriera che separa la cosiddetta cultura umanistica da quella tecnico-scientifica, su cui oggi necessita investire.
Negli ultimi decenni, infatti, si è andato attenuando, non solo in Italia, quel dinamismo di fondo che negli ultimi due secoli era scaturito da valori come il bisogno di creare, la propensione a esplorare, il desiderio di affrontare nuove sfide. In poche parole, c’è necessità di riaffermare l’apertura verso l’innovazione per coltivare risorse quali creatività, curiosità e vitalità. Questo va realizzato proprio attraverso un programma di forte recupero dei riferimenti classici, per cui suscitano rammarico i dati sul regresso del ruolo riservato agli studi umanistici anche nelle più quotate università internazionali.
Suonano straordinariamente appropriate, nel contesto appena delineato, le parole con cui il 16 dicembre scorso Ignazio Visco, attuale Governatore della Banca d’Italia, ha concluso la sua Lectio Magistralis per l’Inaugurazione dell’Anno accademico 2020-2021 del Gran Sasso Science Institute.
Il Governatore Visco ha inteso sottolineare
voluto andare oltre, però, citando il singolare accostamento tra fisica e poesia compiuto da Leon Lederman, Premio Nobel per la fisica, insieme al collega Christopher T. Hill, nel loro testo “Fisica quantistica per poeti”. La massima carica della Banca Centrale, proseguendo, si è richiamato soprattutto alle parole di Carlo Rovelli, fisico, saggista e accademico, il quale nel suo “Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è importante la gentilezza” così scrive: «Poesia e scienza sono entrambe creazioni dello spirito che creano nuovi modi di pensare il mondo, per farcelo meglio capire. La grande scienza e la grande poesia sono entrambe visionarie, e talvolta possono arrivare alle stesse intuizioni. La cultura odierna che tiene scienza e poesia così separate è sciocca, secondo
me, perché si rende miope alla complessità e alla bellezza del mondo, rivelate da entrambe».
Un omaggio di altissimo spessore accademico alla poesia, ma, soprattutto, una conferma che la riscoperta dello studio scientifico e insieme umanistico è la vera genesi del progresso umano e sociale, la
come la riscoperta dello studio, sia scientifico che
umanistico, rappresenti la vera radice del progresso umano e sociale. Visco è
vera solida condizione per uno sviluppo economico e il caposaldo per costruire il nostro futuro. In questo solco s’inserisce a pieno titolo come sigillo del connubio tra scienza e poesia un evento come ‘La Notte bianca della poesia’, ormai arrivata al decennio a cura dell’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo, simbolo al tempo della dichiarata contiguità di cultura umanistica e scientifica
Se poesia e scienza sono due mondi separati…
Avv. Francesco Antonio Schiraldi
Segretario Generale
Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo